Guadagnare con l’AIRBNB non è come pescare

Chiamo AIRBNB model, per comodità e per rispondenza perfetta al concetto, la Sharing Economy dell’Ospitalità nella quale mi onoro di portare se non altro l’esperienza di oltre vent’anni di Turismo online. Ahimè sì era proprio il ’94 quando cominciammo a lavorare sul primo portale Traveleurope, pensate che Google non era ancora nato ed i motori di ricerca più usati erano allora: Virgilio, Altavista, Yahoo… ma questo interessa più i nipotini che il business.

Ogni giorno mi confronto con decine di Host di ogni regione italiana, ed a volte mi chiedo sinceramente se non stiano magari bluffando sul modello di lavoro che utilizzano per promuovere in rete il proprio appartamento o B&B. La maggioranza di essi infatti utilizza un solo portale, inutile dirne il nome, e se gli parli di booking.com piuttosto che di Casevacanza o Homeaway e Tripadvisor, si risentono come se volessi apposta rimarcare una loro mancanza o ignoranza.

– “Non mi servono altri portali” è la risposta.

Salvo dopo una settimana vedere il medesimo host chiedere sul Gruppo Facebook:

– “non ricevo richieste da due settimane, capita anche a voi?”

Voglio raccontare un aneddoto per mostrare come tutti noi si faccia fatica a comprendere lo scenario dal quale ogni giorno ci aspettiamo di vedere uscire nuovi clienti, come fosse l’armadio di Narnia.

Era il 2001 ed allora il nostro Gruppo era partecipato al 50% da OneTone di Marco Benatti, uno degli uomini più attenti e seriamente competenti dell’avvento di Internet in Italia. Invitato a parlare della nostra attività di prenotazione durante un incontro non resistetti dall’esprimere lo stupore sincero di trovare ogni mattina decine di clienti che avevano prenotato durante la sera e la notte precedente, paragonai  quindi il fatto alla medesima emozione del pescatore che raccoglie la rete. Inutile dire che la metafora così poco “tecnica” mi costò parecchi punti nel giudizio severo dei tanti professionisti ecommerce presenti. Ebbene credo però di intuire nelle domande e nei silenzi dei tanti Host con cui mi relaziono, una visione non così lontana da quella che espressi allora.

Ma Internet NON è il mare ed i clienti NON sono pesci, ma… numeri che escono da un algoritmo. Intendo che anche i portali fanno i loro conti e se raccolgono una prenotazione ogni 100 utenti che fanno una ricerca sulle loro pagine, un portale che pubblica 100.000 annunci italiani per venderli tutti almeno una volta ha bisogno di 10 milioni di utenti tutti diretti con convinzione verso le nostre città… sono oggettivamente tanti anche per il portale più grande del mercato!

E quindi? Quindi si suddivide la pesca su più mari, o meglio si suddivide il rischio di non avere abbastanza utenti su quanti più portali possibile, tanto è gratis! I portali non chiedono soldi per promuovervi, e di quelli che li chiedono se ne può fare a meno. Certamente bisogna tirarsi su le maniche per registrarsi, inserire testi ed immagini, condizioni di vendita, policy di annullamento ecc… e poi vanno gestiti: uno, due, tre, quattro, cinque portali. Se siete bravi lo fate a mano, nel senso di gestire con attenzione richieste e conferme in modo che non si sovrappongano, se avete da investire dieci euro al mese usate un channel manager che lo fa per voi, magari con un booking engine che vi permette di trasformare la pagina Facebook ed il vostro sito in uno strumento di vendita senza commissioni.

– “E bravo, adesso stai vendendo i tuoi strumenti!”

Cosa volete che vi dica… mi trovo nella situazione di avere il baule pieno di canne da pesca e vedere gli amici che vanno a pescare con le mani, non credo come direbbe J-AX, che sia immorale o illegale aiutare la gente a migliorarsi… lo è di più secondo me non parlare mai di questi strumenti, peraltro davvero elementari e più che economici, così da non indirizzare gli Host sugli altri portali.

Come dice il primo comandamento?

“non avrai altro portale fuori che me…”

 Maurizio Beolchini

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