Cannabis Economy… per i dolori del giovane Host

Secondo le regole richieste da Confcommercio sarebbe più semplice e legale coltivare Cannabis che fare Sharing Economy a Milano.

L’Associazione Albergatori di Milano, conosciuta non proprio per la sua efficienza culminata nell’azzeramento della dirigenza nel 2014 ed il conseguente commissariamento per tutto il periodo dell’EXPO, ha diffuso un documento che rappresenta anche con troppa chiarezza il punto di vista degli albergatori sulla Sharing Economy nell’ospitalità.

Il documento apre con la preoccupazione per “l’effetto sociale collaterale” che sarebbe determinato dall’aumento dei prezzi degli affitti tradizionali causato a sua volta dall’incremento della locazione turistica. A sostegno di questo argomento vengono portate come esempio di questa tendenza quattro località secondo loro direttamente comparabili con la nostra esperienza: San Francisco, Boston, Miami e New York. Sarò un caso che siano esattamente le stesse citate da AIRBNB nel prospetto 2015 appena pubblicato. Peccato che proprio i dati di questo report misurino gli anni luce che (purtroppo) ci separano da questi esempi. Intanto i volumi economici: il fatturato AIRBNB di queste quattro città + Los Angeles somma 1.200.000.000 mentre tutto il mercato italiano 2015 non arriva a 200.000 ma la notizia più sorprendente è che ad esempio a New York i privati rappresentano il 93% di questo mercato mentre a Milano… sono il 6%, proprio l’opposto, ed anche questa non è una bella notizia, peccato sia completamente sfuggita agli albergatori di APAM perché avrebbero così scoperto che la stragrande maggioranza di questa concorrenza è formata probabilmente da altri associati Confcommercio, non certo dalle casalinghe e dai pensionati.
Ma la misura dell’autismo progettuale, senza offesa per chi di questi problemi soffre davvero, viene dall’elenco dei punti che viene richiesto di considerare nella normativa (ma a questo proposito non è appena uscita la legge 27/2015 della Regione Lombardia, non proprio un covo di rivoluzionari bolscevichi?), riportiamo questo elenco senza commenti perché ognuno possa farne le proprie riflessioni.

Da parte nostra crediamo che a questo punto la coltivazione della Cannabis a scopo medicinale permessa dalla nuova normativa comporti meno problematiche di quanto qui richiesto per operare nella Sharing Economy:

  • Obbligo di REGISTRAZIONE DELL’APPARTAMENTO e DELL’HOST presso le autorità comunali
  • Obbligo di specifica LICENZA e/o AUTORIZZAZIONE
  • PAGAMENTO di una fee per effettuare la REGISTRAZIONE (come forma di finanziamento x i controlli)
  • Forme differenti di limitazione e condizioni restrittive per gli affitti brevi
  • Limite temporale massimo su base annua
  • Limite temporale minimo
  • Penali elevate (si arriva al caso di Berlino dove una sanzione può arrivare a €100.000)
  • Aggiunta della HOTEL TAX oltre alla TOURISTIC TAX (New York): cioè gli appartamenti privati devono pagare la STESSA TASSA CHE PAGANO GLI HOTEL!
  • Limitazione a sole “certe zone della città” del permesso di affittare a terzi gli appartamenti senza l’obbligo della co-presenza del proprietario/host
  • Contingentamento delle licenze concesse
  • Obbligo di pubblicazione della licenza/n. autorizzazione sui portali di commercializzazione
  • Obbligo da parte dei portali di fornire dati statistici su base periodica

 

 

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