La Sharing Economy alla milanese è servita

La buona notizia per i privati cittadini milanesi che sperimentano già la Sharing Economy dell’ospitalità o stanno valutando la convenienza ad entrarci è stata già diffusa nella giornata di ieri la nuova “modulistica” per gli adempimenti di registrazione previsti, che per fortuna non intaccano l’ impianto positivo e costruttivo della legge stessa.

L’associato della settimana – La casa del melograno

Questa è la sfida che lanciamo ai B&B della costiera amalfitana: voi ci mette l’amore e la passione per il vostro Paese ed il vostro lavoro, noi vi diamo gli strumenti per farvi guadagnare il massimo possibile spendendo il minimo. Guardate l’esempio del nosto nuovo associato di Furore

Patto di legalità tra operatori privati della Sharing Economy dell’Ospitalità italiana

Questa opportunità è troppo importante per le famiglie ed i piccoli e piccolissimi proprietari di casa che finalmente osano proporsi individualmente sul mercato superando soglie di ingresso fino a ieri inarrivabili. Queste persone sono la Sharing Economy, non gli Host con collane di appartamenti e nemmeno i B&B che vogliono entrare nella partita come la Gran Bretagna ha fatto con L’Europa, solo per ostacolarla.

L’educazione sentimentale… dell’Host italiano

Il riferimento letterario è rivolto ai proprietari di appartamenti che affrontano inevitabilmente con poche informazioni e zero esperienza la scelta o la necessità di proporre l’affitto della propria casa o stanza sui circuiti specializzati. Il modello con il quale queste persone “entrano” nella Sharing Economy é identico a quello degli adolescenti quando affrontano la propria educazione sessuale/ sentimentale…

Presentazione Hospres Milano 2016

Ringrazio i tanti presenti alla serata di venerdì 11 marzo per la appassionata partecipazione e la pazienza nel seguire la nostra presentazione tra scenari macroeconomici ed esempi molti vicini, mi scuso per le digressioni personali sulla dislessia e la Scuola di Cinema. A proposito di quest’ultima vi farà piacere sapere che questa mattina stessa abbiamo parlato con il preside dell’ITSOS Albe Steiner rivelatosi entusiasta del nostro progetto di riprendere in video e mettere in rete, con una troupe organizzata dalla scuola, le interviste ai personaggi importanti nella Sharing Economy dell’ospitalità milanese.

L’ Associazione che vogliamo

Quando nei primi anni 2000 cominciò a svilupparsi il fenomeno dei B&B le accuse portate verso questi operatori non erano molto diverse da quelle che si sentono oggi. Anche allora la normativa era carente nel merito e venne aggiornata a livello regionale definendo con maggiore attenzione questo profilo, sostanzialmente acquisendolo nella categoria alberghiera. Lo stesso avvenne subito dopo con le CAV che furono riconosciute a tutti gli effetti come para-alberghiere con tutto ciò che questo comportava.

Manifesto per una Ospitalità Residenziale Italiana

Per non rinnovare il dolore dell’occasione persa dal turismo italiano con l’avvento di Internet e della prenotazione alberghiera online, invitiamo i nostri amici Host a cogliere l’opportunità unica che ci viene offerta da questa domanda in forte crescita di Ospitalità Residenziale Italiana. Vi invito a riflettere sui tre moduli di lavoro che rappresentano in qualche modo “il Manifesto” del nostro movimento: prendere consapevolezza della normativa; prendere consapevolezza del modello economico; prendere consapevolezza del modello commerciale.

Casalinghe, impiegati e pensionati ai margini della legge?

Da Parigi a Chicago, da Londra a New York, da Melbourne a Milano, ovunque sembra che casalinghe ed impiegati, superHost e pensionati abbiano improvvisamente deciso di muoversi “on the edge” al margine della legge. Il punto però è semplicemente che la legge deve ancora adeguarsi alle trasformazioni della realtà durante il tempo, in un flusso che scorre naturalmente dal passato verso il futuro come è sempre accaduto e come è giusto che sia.

La sharing economy non è ribellione ma cultura

Gli albergatori di Chicago chiedono “dove finisce la condivisione e comincia l’affitto?” come i tassisti di Parigi e di Londra… ma la risposta se la vogliono vedere ce l’hanno già davanti agli occhi: il caos delle nostre città non può avere altra immediata soluzione che le automobili condivise e probabilmente già domani i taxi senza autista. Così come un Paese con milioni di seconde e terze case vuote come il nostro trova in questa opportunità un nuovo motore economico e sociale.